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Videogiochi: l'Europa sorpassa gli Usa

Ultimo Aggiornamento: 19/08/2008 15:20
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19/08/2008 15:20
 
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Se c'è un segmento di mercato che non conosce la parola crisi, un settore dove la crescita è ancora a due cifre e le prospettive per gli anni a venire sono di rosea crescita, è quello dei videogiochi. In Europa, secondo i dati resi noti dalla Nielsen e dall'Aesvi, l'associazione editori software videoludico italiano, nel 2007 si è speso il 25% in più rispetto all'anno precedente, portando la spesa totale a 7,3 miliardi di euro in videogiochi, una cifra che ha fatto per la prima volta superare il mercato americano, dove si sono spesi nello stesso periodo 6,9 miliardi di euro, mettendo l'Europa poco al di sotto del mercato asiatico, che resta quello dove l'industria dei videogames marcia al ritmo più veloce.

A guidare la crescita europea ci sono gli inglesi, mentre l'Italia si piazza in ultima posizione tra i paesi europei avanzati. I giocatori britannici, infatti, hanno speso 2,3 miliardi di euro in un anno, seguiti dai francesi, 1,6 miliardi, dai tedeschi, 1,4 miliardi, dagli spagnoli, 700 milioni, e dagli italiani, 600 milioni.

Una fortissima crescita l'hanno fatta segnare le vendite di hardware, spinte in alto dal clamoroso successo delle console e soprattutto dall'arrivo sul mercato della Wii di Nintendo e della PlayStation 3 della Sony, mentre nel 2006 la sola console di nuova generazione disponibile sul mercato era l'XBox 360 della Microsoft. Nel 2007 sono stati spesi 5,7 miliardi di euro in console, mentre nel 2006 erano stati spesi 3 miliardi di euro. I dati italiani sono particolarmente positivi: nel 2007 sono state vendute 2,4 milioni circa di console, con un fatturato di oltre 480 milioni di euro, con un incremento del 48% in volumi e dell'80% in valore.

Sono circa 8 milioni le famiglie italiane che possiedono una console, un milione e quattrocentomila delle quali sono arrivate al mondo dei videogiochi solo nel 2007. E il trend di crescita è confermato già dai primi dati del 2008, oltre che dalle potenzialità di un mercato dove sia nel campo dei pc che in quello delle console il pubblico da conquistare è ancora ampio, dato che solo nel 54% delle case italiane c'è un Pc, contro il 90% di alcuni paesi europei.

In questo scenario la nascita di un nuovo colosso nel campo dei videogiochi, nato dalla collaborazione della Vivendi e della Activision, segna una svolta di notevole portata nel mercato internazionale. Jean Bernard Levy, presidente e ad della Vivendi, la più grande tra le major dell'intrattenimento mondiale, non nasconde la propria soddisfazione: "La cosa più eccitante in questa combinazione tra noi e la Activision è quella di mettere insieme due mondi diversi, quello dell'intrattenimento casalingo e quello dell'online, dei giochi da casa e quelli attraverso Internet, che ci permette di avere footprint in tutte e due le categorie, in mercati aperti in tutto il mondo. E' la logica conclusione di un percorso di business che abbiamo iniziato molti anni fa e che ci ha portato a grandi risultati negli anni passati".

Per la Vivendi l'attacco al mondo dei videogame, da casa e online, è il tassello mancante ad un offerta completa nel campo della musica, del cinema e della televisione. Per la Activision, uno dei principali produttori di videogame al mondo, significa entrare in un universo più ampio, dove le possibilità possono essere moltiplicate, soprattutto attraverso Internet: "Certamente la nostra compagnia è stata in questo senso un pioniere", dice Robert Kotic, presidente e ad di Actrivision, "Con Guitar Hero e Call of duty abbiamo ottenuto grandissimi successi e oggi, con questa nuova società, possiamo creare nuovi franchise e arrivare ad un pubblico ancora più ampio". L'accordo vale 18.8 miliardi di dollari. La nuova società prenderà nome dai due marchi più noti della fusione, Activision e Blizzard, Vivendi controlla il 52% della nuova società mentre gli azionisti Activision controllano il rimanente 48%.
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