ROMA- Sono solo una dozzina ma i 'lucchetti dell'amoré hanno attraversato la capitale, e dopo aver navigato in Internet, abbandonato Ponte Milvio, sono comparsi nella storica piazza di Fontana di Trevi. Dopo i best-seller di Federico Moccia, i lucchetti dell'amore, apparsi anche sulla prima pagina del serissimo Herald Tribune, dilagano nella Capitale dove evidentemente l'amore deve lasciare un segno, qualcosa più di un ricordo, una promessa di eternità. Conti4Ferris, Stev4Sel o, ancora, BertaYRiki. In un linguaggio che unisce i giovani di tutto il mondo perché mutuato da quello usato per gli sms, si sono giurati amore eterno, prima scrivendo in nero con un pennarello sui lati del simbolo dell'unione i diminutivi che usano tra loro, davanti a quella che un tempo era la 'Parrocchia Pontificia', poi gettando nella fontana la chiave invece della monetina. In sordina, e senza eccessi, si sono agganciati, in coppia o solitari, piccolissimi e un po' più grandi, all'inferriata che protegge la chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio che vanta, oltre alla magnifica vista sulla fontana dell'Acqua Vergine condotta a Roma nel XIX secolo a.C. da Marco Agrippa per alimentare le terme del Pantheon, una delle più belle facciate barocche di Roma. La sua cancellata in ferro ai piedi della scalinata, sulla quale sono appese due targhe, una della Comunità ortodossa bulgara e una dedicata ai Santi Cirillo e Metodio, da qualche settimana ospita anche alcuni simboli della promessa d'amore. Italiani, inglesi o spagnoli, invece di affidare le loro speranze all'ormai tradizionale lancio della monetina, hanno scelto di giurarsi il loro amore sulla piazza di Roma più famosa nel mondo e gettare invece che nel biondo Tevere la piccola chiave nella fontana.
