Roma, 29 dic. (Apcom) - Lo descrivono amareggiato e anche preoccupato. Non tanto per il contenuto delle notizie apparse oggi sul Corriere della Sera, ma per il clima pre elettorale negativo. Segnato, oggi, da un "colpo basso". Silvio Berlusconi, secondo quanto si apprende, reagisce così alla notizia pubblicata oggi dal Corsera, l'invito a comparire spiccato dalla Procura di Milano per corruzione nell'ambito dell'inchiesta sui diritti tv.
Berlusconi, riferiscono alcuni ministri, si è sfogato in Cdm, attaccando il Corriere della Sera per aver pubblicato notizie "di nessuna consistenza" e lamentandosi per il "colpo basso" che sembra proprio studiato, secondo il Premier, per inquinare il clima elettorale. Ed è questo il tasto sui cui batte anche Paolo Bonaiuti, portavoce di Berlusconi: "E' iniziata la campagna elettorale. E puntualmente la Procura di Milano e il 'Corriere della Sera', con precisa unione di intenti, prospettano fatti destituiti di ogni fondamento già più volte resi noti e già più volte smentiti. Questa condotta perdura ormai dal 1994 con il noto avviso di garanzia di Napoli, che provocò sostanzialmente la caduta del governo e che a distanza di 10 anni è stato riconosciuto del tutto infondato dalla Corte di Cassazione".
E se Berlusconi non crede possa ripetersi una situazione analoga dopo oltre 10 anni, resta però il timore di un "discredito" provocato, appunto da una campagna di informazione mirata. Il punto, secondo il Premier, non è tanto il contenuto della notizia, di cui si sapeva da tempo, ma la tempistica della pubblicazione. Avvenuta, riferisce un azzurro vicino al Premier, "nei giorni in cui viene decapitata Unipol e in quello in cui si arriva, con un'intesa bipartisan, alla nomina del nuovo Governatore. Giorno positivo, che viene macchiato da una notizia del genere".
La risposta? "Insistere con la campagna elettorale", viene riferito ancora, probabilmente con una nuova apparizione in tv durante la quale ribadire due o tre concetti fondamentali. E farlo, a quanto si apprende, senza insistere troppo sulla riforma della par condicio, non tanto per l'opposizione dichiarata dell'Udc, quanto per la volontà di esporsi con altri argomenti ritenuti ora di maggiore appeal. Anche se, riferiscono ancora, per il Premier la legge 28 del 2000 è ingiusta "e non è detto che non si cerchi comunque di modificarla".
Fonte: Virgilio
29/11/2005
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