00 17/11/2008 23:27
Citato dal figlio del re del Bahrein
Ennesimo guaio con la giustizia per Michael Jackson. Il celebre cantante è stato nuovamente citato in giudizio davanti all'Alta Corte londinese da Abdullah bin Hamad al-Khalifa, secondogenito del re del Bahrein. Il giovane sceicco pretende la restituzione di 7 milioni di dollari (5,5 milioni di euro) che avrebbe dato alla popostar come anticipo per un progetto discografico mai realizzato.



L'autore di "Thriller", il disco più venduto al mondo, avrebbe invece speso il denaro per salvare Neverland, il suo ranch californiano oggi all'asta.

Nell'album ci sarebbe stata anche una canzone scritta dallo sceicco e cantata dall'ex Jackson 5, che è stata diffusa dagli altoparlanti nell'aula del processo come prova del contratto tra i due. Jackson, in video-collegamento da Los Angeles, ha invece sostenuto di aver ricevuto i 7 milioni come un "regalo", e quindi di non essersi sentito obbligato a restituirli.

Il legale del principe ha poi elencato le cifre sborsate dallo sceicco per sostenere finanziariamente il cantante: "Lo sceicco Abdullah cominciò a supportare finanziariamente Jackson dopo il 2005, quando era chiaro che il cantante era in serie difficoltà economiche", ha raccontato l'avvocato. Secondo il difensore dello sceicco, i legali di Jackson gli avrebbero chiesto dapprima 35.000 dollari per pagare le bollette del suo ranch, e poi un milione di dollari. Lo sceicco avrebbe versato alla star altre cifre, tra cui 2,2 milioni di dollari per le spese legali di un processo a suo carico.



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Regalino di hida
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