iPhone come il "grande fratello"

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giuggyna
00mercoledì 13 agosto 2008 20:20
La Apple monitora gli apparecchi
La reazione delle associazioni dei consumatori non si è fatta attendere. Dopo l'ammissione dell'a.d. di Apple Steve Jobs dell'esistenza di un software che tiene d'occhio le applicazioni installate su tutti gli apparecchi iPhone, l'Adusbef e Federconsumatori hanno inviato un esposto al Garante per la privacy.


Secondo le due associazioni, attraverso questo software, di cui gli utenti non sapevano nulla, la Apple "decide quale debba essere l'uso del cellulare, quali gli strumenti da utilizzare, con la finalità di ripulire dal software programmi sgraditi e non in linea con la politica di business dell'azienda".
"Il software, continuano i rappresentanti dei consumatori, " si attiva in automatico e si collega all'insaputa dell'utente a un indirizzo internet gestito dalla Apple, per verificare se all'interno del sistema stesso fossero stati installati programmi diversi da quelli forniti dalla stessa Apple".
Insomma, la Apple controllerebbe i proprietari dell'iPhone al fine di assicurarsi che acquistino esclusivamente applicazioni della casa. E il monitoraggio degli apparecchi invaderebbe la privacy degli utenti.

Da qui le ragioni dell'esposto dei consumatori, che è la risposta quasi immediata alle dichiarazoni rilasciate da Jobs al Wall Street Journal. In quella intervista, Jobs, tra la soddisfazione per gli ottimi risultati nelle vendite dei programmi online destinati all'iPhone, non ha potuto negare l'esistenza del software incriminato, scoperto per caso da un utente.

I super cellulari contengono un codice che collega il telefono a un sito internet controllotao dall'azienda e vi esegue controlli di routine.
Con questo sistema Apple è in grado, in teoria, di rimuovere software dagli apparecchi. Jobs si è giustificato dicendo che l'applicazione è indispensabile per eliminare eventuali programmi pericolosi che vengano scaricati sull'Iphone.

Subito, però. la notizia dell'esistenza del meccanismo ha posto una questione di privacy. Adusbef e Federconsumatori hanno colto la palla al balzo e hanno inviato il proprio esposto all'Autorithy, sostenendo, attraverso i due presidenti Elio Lanutti e Rosario Trafiletti, che i consumatori "difficilmente avrebbero fatto la fila ai negozi per acquistare a caro prezzo un 'piccolo fratellino', in grado di decrittare gli usi e i consumi di milioni di utenti".
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