Sonda americana Phoenix su Marte

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giuggyna
00lunedì 26 maggio 2008 14:00
Usa, lo ha annunciato la Cnn
La sonda Phoenix si è posata senza problemi sul suolo di Marte dopo un viaggio nello spazio di 680 milioni di chilometri cominciato con il lancio da Cape Canaveral nell'agosto 2007. Lo ha annunciato la Cnn, che ha seguito le delicate fasi dell'atterraggio collegata in diretta con il Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa a Pasadena, in California. E' la prima sonda spaziale a posarsi sulla regione artica del pianeta rosso.


La sonda americana ha toccato il suolo di Marte questa notte, dopo un viaggio durato quasi dieci mesi. Fin da subito la sonda ha iniziato a registrare le prime immagini, inviate al centro spaziale di Pasadena che, due ore più tardi le ha trasmesse al resto del mondo. Secondo la Nasa, la sonda si è posata con successo al polo nord del pianeta rosso e già quindici minuti più tardi il centro spaziale di Pasadena ha iniziato a ricevere i primi segnali da Marte. Un portavoce della Nasa ha sottolineato con soddisfazione la nitidezza delle immagini giunte dal lontano pianeta, distante 275 milioni di chilometri dalla Terra. La missione, dal costo di circa 420 milioni di dollari, avrebbe come obiettivo quello di individuare, nei prossimi 3 mesi (questa la durata prevista della missione), eventuali tracce di vita su Marte.

Secondo i responsabili della missione, Phoenix, dopo essere riuscita in un'impresa portata a termine, finora, da soli altri 5 veicoli degli 11 inviati sulla superficie di Marte, apparirebbe in ottima forma. Il prossimo appuntamento importante è fissato per martedì, quando il braccio robotico di Phoenix entrerà in azione per raccogliere i campioni del suolo marziano e grattare la superficie del pianeta alla ricerca di ghiaccio.

Le prime immagini. Strutture poligonali sul suolo del polo nord di Marte sono state fra le prima immagini inviate alla Terra dalla sonda americana. Come i responsabili della missione si aspettavano, la zona in cui si è posata Phoenix è una distesa piatta costellata da qualche ciottolo e priva di grandi rocce e ghiaccio in superficie. Confermata anche la presenza delle fenditure poligonali osservate in passato da altre sonde in orbita attorno al pianeta rosso. Strutture simili si trovano anche sulla Terra, nelle zone artiche, e sono un indice della presenza di terreno ghiacciato ed estremamente compatto, il permafrost. Ma Phoenix ha fotografato anche se stessa, inquadrando le sue robuste "zampe" ed i suoi grandi pannelli, rassicurando il controllo a Terra che tutto era davvero andato bene dopo la discesa avventurosa di questa notte e alla quale è sopravvissuta senza danni.

La sonda. Pheonix è un vero e proprio laboratorio avanzatissimo, con strumenti che, nei laboratori, occuperebbero intere stanze e che invece qui sono "condensati" in 60 chili. A bordo ci sono 4 microcelle dove i campioni prelevati da Marte verranno sciolti in acqua e testati in diversi modi da un modulo chiamato Meca, contenente un microscopio a forza atomica che analizzerà le particelle (20 millesimi di millimetro) e strumenti per testare la conducibilità elettrica e l'acidità dei campioni. Sulla sonda è presente anche uno spettrometro di massa, strumento capace di trovare tracce infinitesime di materiale organico e di verificare il rapporto tra i diversi isotopi di ossigeno e azoto. Secondo Samuel Kounaves, docente della Tuft University che ha partecipato al progetto, tutti gli strumenti sono stati testati a Terra nelle rigorose condizioni marziane, vale a dire con un grande livello di radiazioni e a temperature inferiori ai -30 gradi. La sonda trasmetterà i risultati ai due satelliti Mars Orbiter e Mars Odissey che, a loro volta, li invieranno sulla Terra.
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