Rave party, "Regolare i raduni"

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giuggyna
00martedì 25 marzo 2008 16:41
Milano: "Il questore può vietarli"
Dopo il caso del 19enne morto durante un rave party a Segrate, il vice sindaco di Milano, Riccardo De Corato, ha chiesto maggiori controlli. "Avevo presentato un disegno di legge per disciplinare, autorizzare o vietare i rave party. All'articolo 2 si propone che i rave party siano autorizzati dal questore almeno un mese prima dello svolgimento del raduno. Per ragioni di ordine pubblico può impedire che il raduno abbia luogo", ha detto.



Nel ddl si prevede anche che ''gli organizzatori prevedano la costituzione di un servizio d'ordine, la presenza di una postazione medica dotata di appositi dispositivi sanitari, il servizio antincendio, la fornitura di acqua potabile".

Per quanto riguarda l'eventuale uso di sostanze stupefacenti, spetterebbe sempre agli organizzatori la vigilanza affinché non circolino e non vengano assunte sostanze stupefacenti oltre alla costituzione di una idonea garanzia finanziaria per eventuali danni materiali arrecati durante il raduno.

Le sanzioni in caso di violazione delle disposizioni prevedono sequestro provvisorio degli strumenti musicali, degli impianti di diffusione sonora e di ogni altra attrezzatura finalizzata allo svolgimento del raduno.

Le indagini
Intanto il pm di Milano, Grazia Pradella, ha aperto un fascicolo, con l'ipotesi di reato di omicidio preterintenzionale, in relazione alla morte di Nunzio Mattia Lo Castro. Pradella ha inoltre disposto l'autopsia, decisiva per capire quali droghe abbia assunto e in che modo abbiano determinato il decesso del giovane. E' probabile che nelle prossime ore venga ipotizzato il reato di omicidio colposo, ancora a carico di ignoti. La polizia di Cinisello Balsamo, nel frattempo, avrebbe già raccolto le testimonianze di alcuni coetanei e amici di Mattia che erano con lui al raduno.

Quattro morti dal 1999
Quattro morti in dieci anni, danni per milioni di euro, centinaia di fermati e arrestati. E' il bilancio degli ultimi dieci anni di rave party in Italia, dove la moda delle feste da sballo è arrivata a metà degli anni Novanta, importata dai paesi anglosassoni (Usa e Gran Bretagna) e dell'Europa del Nord, dove il fenomeno è nato qualche anno prima. Musica, in particolare l'acid music e techno, sparata a tutto volume da mega impianti di amplificazione, tanta gente, ballo fino o oltre l'alba (ma anche per più giorni di seguito) sono gli ingredienti dei rave, insieme a tanto alcol e droga.

Nel novembre 1999 in una festa a cui parteciparono un migliaio di ragazzi nei capannoni abbandonati di una fabbrica a Castagnole di Paese (Treviso) trovò la morte Alberto Suriano, 30 anni, ufficialmente morto per edema polmonare. Quattro anni dopo, nella notte di Capodanno tra il 2002 e il 2003, un ragazzo francese di 23 anni, Jean Francois Verin, fu trovato morto nell'area di un rave a Sanguinaro nel comune di Fontanellato (Parma). La festa continuò come nulla fosse, tanto che l'ambulanza della Croce rossa che aveva prestato soccorso al giovane era stata presa a sassate da alcuni dei partecipanti alla festa, che avevano frantumato il vetro posteriore del mezzo di soccorso. Secondo l'autopsia la morte non era avvenuta per overdose ma si parlò di un trauma alla testa dalle cause mai accertate. Nel 2007, infine, uno studente universitario di 23 anni, Pasquale Russo, è morto a Napoli dopo aver ingerito un cocktail di droghe, farmaci e alcol, durante una festa organizzata per la notte di Halloween alla Mostra d'oltremare, per un concerto presto diventato un rave party.
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