Parlami d'amore

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gughi potter
00domenica 17 febbraio 2008 14:56
TITOLO ORIGINALE
Parlami d'amore
NAZIONE
Italia
GENERE
Drammatico, Romantico
DURATA
115 min. (colore)
DATA DI USCITA
14 Febbraio 2008

REGIA
Silvio Muccino
SCENEGGIATURA
Silvio Muccino, ...
DISTRIBUZIONE
01 Distribution

PROTAGONISTI
Silvio Muccino
Aitana Sánchez-Gijón
Geraldine Chaplin
Carolina Crescentini
Giorgio Sgobbi
Luciana Fuzetti
Andrea Renzi
Flavio Parenti


Sasha è nato sotto una cattiva stella. I genitori tossici lo hanno isolato crescendolo in una comunità di recupero e, alla loro morte, lo hanno lasciato in un limbo di dolore. Costretto ad abbandonare il centro dopo la dipartita del direttore - l'unica persona nella quale riponeva la sua fiducia - Sasha fatica a trovare il suo posto nel mondo.
Non deve essere facile chiamarsi Muccino, né scegliere di sedersi dietro la macchina da presa per seguire le orme del più celebre fratello maggiore. Silvio affronta la sua prima volta da regista adattando il romanzo scritto a due mani insieme a Carla Vangelista - un successo letterario con le sue 300mila copie vendute - destinato al grande schermo sin dalla gestazione. Per ottenere credibilità si circonda di professionisti capaci (Arnaldo Catinari, Tonino Zera, Patrizio Marone, Maurizio Millenotti) ai quali sussurra tutte le suggestioni del cinema alto (così alto da essere irraggiungibile) per rimpolpare la sua opera prima di sequenze e location fissate nell'immaginario collettivo.
Parlami d'amore è un'accozzaglia di citazioni, un presuntuoso esercizio di stile - di un cinefilo che ha la fortuna, al contrario del suo personaggio, di essere nato sotto una buona stella - che manca di personalità e di punti di riferimento con il reale (e il sociale). Non è chiaro come questo film sia riuscito a ottenere un riconoscimento "di interesse culturale". Non è sufficiente parlare di dipendenza (dalle droghe, dall'alcol, dal gioco), di comunità di recupero e di giovani allo sbando se l'argomento viene affrontato con qualunquismo. Silvio punta sul dolore per provocare emozioni, ma per poter parlare di dolore e abbandono bisogna conoscere a fondo la materia o per lo meno saperla trattare con empatia. I personaggi, tutti maledettamente tormentati, che si muovono nella dimensione dark di una Roma notturna in sfacelo, sono stereotipati e per questo inverosimili.
Come inverosimili e alquanto irritanti appaiono i dialoghi tra i giovani borghesi spudorati (che aspirano a diventare i nuovi Dreamers di Bertolucci) e il ragazzo interrotto di Silvio Muccino. Ma ciò che irrita maggiormente è il modo in cui il Silvio regista e sceneggiatore sfrutta la sofferenza e il tema della dipendenza come mero pretesto per parlare d'amore.
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