Morti bianche, scontro sulla legge

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giuggyna
00mercoledì 5 marzo 2008 15:30
Governo e Confindustria ai ferri corti
La strage dei cinque lavoratori di Molfetta ha riacceso lo scontro sul decreto legge sulla sicurezza del lavoro. Secondo Romano Prodi giovedì il Consiglio dei ministri varerà il nuovo Testo Unico. La decisione è slittata anche a causa dello scontro in atto con la Confindustria sul delicato capitolo delle sanzioni. L'inasprimento delle pene, dice il direttore generale Maurizio Beretta, è ingiustificato.

"Sul capitolo delle sanzioni ci sono state delle resistenze da parte di Confindustria", ha detto il ministro Cesare Damiano poco prima di incontrare le parti sociali proprio per sciogliere questo nodo. Fino a due anni in cella. Questo è il massimo che potrebbe rischiare un imprenditore con le nuove regole. Troppo per gli industriali: "Ma c'è ancora tempo - ha riconosciuto Beretta - e speriamo che prevalga la voglia di costruire qualcosa di davvero utile alla sicurezza".

A Molfetta sfilano in 5mila
Intanto, circa 5mila persone (secondo fonti sindacali) hanno partecipato al corteo e al comizio a Molfetta, organizzati da Cgil, Cisl e Uil in segno di solidarietà alle famiglie delle cinque vittime della tragedia sul lavoro e per chiedere l'approvazione dei decreti attuativi del Testo Unico sulla sicurezza sul Lavoro. Alla manifestazione erano presenti diversi gonfaloni di Comuni e Province della Puglia, alcuni assessori e il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Quest'ultimo ha detto: "Serve la mobilitazione delle coscienze, una forte presa di posizione della politica, dei sindacati, degli intellettuali e della società civile, ciascuno deve sentirsi impegnato in una battaglia così importante". Le organizzazioni sindacali hanno, in concomitanza con la manifestazione, dichiarato due ore di sciopero generale in Puglia e quattro ore nella provincia di Bari.

Trattativa in corso
La trattativa è in corso: ministro del Lavoro, della Giustizia, della Salute e parti sociali sono all'opera e quindi non è escluso che si possa arrivare a una mediazione accettabile e accettata da tutti i protagonisti. Ma gli industriali sembrano isolati. Andare avanti, senza 'se e senza ma', non è solo la posizione della sinistra dell'ex Unione: anche Cei dalle pagine di Avvenire avverte che il tempo è scaduto. La nuova legislazione va approvata in fretta, anche "a costo di qualche forzatura - afferma il giornale cattolico in un editoriale in prima pagina - e di un possibile eccesso nell'impianto sanzionatorio, come teme la Confindustria".

Il governo vuole accelerare i tempi
Accelerare è anche la parola chiave del governo. Lo dice e lo ripete anche alle parti sociali il ministro del Lavoro Cesare Damiano, lo afferma il premier Romano Prodi. Entrambi però ricordano come leggi più moderne e severe non siano certo la ricetta magica per dire basta alla tragedia delle morti bianche: "Spesso - è la sferzata del Professore - anche le regole più elementari di sicurezza, dal casco alle cinture, non sono rispettate".

Che è anche quello che pensa il presidente della Camera Fausto Bertinotti. Per voltare pagina, evitare l'ecatombe annuale, "non basta un intervento straordinario - dice - ma deve cambiare per intero la politica del lavoro". Certo, la Sinistra-Arcobaleno è da giorni che chiede che si il governo vari il decreto legislativo con o senza l'assenso di Viale Astronomia. "Che il Partito Democratico stia diventando il partito di riferimento di Confindustria - avverte il ministro del Prc Paolo Ferrero - l'ho capito. Che per questo fatto si continui a tergiversare sulla sicurezza sui posti di lavoro lo trovo francamente vergognoso".

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