Mexes e Menez aggrediti a Roma

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giuggyna
00lunedì 2 febbraio 2009 16:39
Insulti e spintoni, poi tutto chiarito
I giocatori della Roma Philipe Mexes e Jeremy Menez sono stati al centro di un tafferuglio all'esterno di una discoteca nel centro della Capitale. I due calciatori sono stati prima aggrediti verbalmente e quindi spintonati da un gruppetto di tifosi laziali. La lite si è conclusa, poco dopo, con l'arrivo dei carabinieri e una stretta di mano tra i tifosi biancocelesti e i due giocatori, che non hanno sporto denuncia.

I tre tifosi laziali, riconoscendo i due giallorossi che uscivano da "Gilda", una dei locali più noti della capitale, li hanno insultati e, una volta avvicinati, li hanno spintonati, apostrofandoli con parole offensive.

Qualche battuta, qualche insulto. Nulla di più, la situazione è presto tornata alla calma. Nessuno è finito in ospedale e nessuno è stato denunciato.

Mexes messo a k.o.
Ma nella capitale si rincorrono anche altre voci. Secondo indiscrezioni, Menez e Mexes sarebbero stati coinvolti in una rissa nella quale era presente anche un pugile italiano, protagonista ai Giochi Olimpici di Pechino. Nella scazzottata, ad aver la peggio, ovviamente, sarebbe stato il difensore giallorosso, finito in ospedale per qualche punto di sutura. Mexes sarebbe stato messo quindo a k.o dall'atleta olimpionico, una versione però tutta da confemare.

Federazione pugili: "Nessun atleta nel locale"
La Fpi, Federazione pugilistica italiana, smentisce che uno dei suoi pugili che hanno fatto parte della squadra azzurra alle Olimpiadi di Pechino abbia preso parte alla rissa. "Nessun pugile azzurro che ha partecipato ai recenti Giochi Olimpici di Pechino 2008 - si legge in una nota - è stato protagonista o ha preso parte alla rissa che ha coinvolto i due calciatori della Roma ed alcuni tifosi laziali".

Sulla vicenda è intervenuto anche il campione del mondo dei pesi massimi, ed argento olimpico a Pechino, Clemente Russo, indicato dalle voci circolanti nella capitale come il pugile che avrebbe preso parte alla contesa, a causa di apprezzamenti rivolti a sua moglie da uno dei calciatori della Roma.

"Io in discoteca alle cinque del mattino? A quell'ora mi sono alzato con mia moglie a Caserta e ci siamo messi in viaggio per andare ad Assisi - racconta Russo -. Io il Gilda non so neppure dove sia e poi le mani le uso solo sul ring, nel rispetto delle regole". "A me hanno fatto il nome del mio compagno Picardi - continua Russo - ma pesa 50 chili e dubito che potrebbe prendersela con Mexes, che pesa un quintale ed è alto quasi 1,90. Ma non credo che un pugile azzurro che si allena tre ore al giorno poi la notte abbia la forza di andare in discoteca".

"Se proprio ce n'era uno al Gilda sarà stato qualche professionista o ex pugile. Io comunque non mi sono mosso da casa ed ora sono in Umbria'', conclude il campione azzurro.
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