Fumo: divieto di vendita a minori di 18 anni

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gughi potter
00domenica 20 aprile 2008 00:00
Presto divieto di vendita delle sigarette per i minorenni. Con la ratifica della Convenzione Quadro Oms per la lotta al tabagismo, approvata dall'Assemblea Mondiale della Sanità nel 2003, l'Italia apre infatti le porte ad un provvedimento che estende il divieto dagli attuali 16 ai 18 anni. La Legge di ratifica è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 17 aprile 2008, concludendo un lungo percorso amministrativo. Nel nostro paese sono più di un milione e duecento mila i giovani fumatori, il 19,9% nella fascia d'età che va dai 15 ai 24 anni.

La prima sigaretta viene accesa prima dei 15 anni nel 26,6% dei casi, più dalle ragazze che dai ragazzi, ma la maggior parte dei giovani (58,2%) inizia a fumare tra i 15 e i 17 anni e solo il 14,1% tra i 18 e i 24. Soddisfatto della ratifica il ministro della Salute, Livia Turco che parla della Convenzione come di un trattato che guida "l'azione verso un futuro senza fumo per le nuove generazioni". "Mi riempie di soddisfazione - ha detto Livia Turco - poter annunciare la pubblicazione della legge di ratifica di questa Convenzione quadro, alla cui negoziazione l' Italia ha attivamente partecipato. Nonostante la complessità della procedura parlamentare necessaria per l'approvazione, è stato possibile conseguire a fine legislatura questo eccellente risultato". Si tratta, ha ancora sottolineato il ministro, del primo trattato sulla salute dell'Oms che "affronta, con approccio globale, il più importante fattore di rischio di morte e malattia". In particolare nell'articolo 16 della Convenzione si precisa che ogni Paese è tenuto ad adottare e applicare misure legislative, esecutive, amministrative o altre misure efficaci a livello governativo, per vietare la vendita di prodotti del tabacco alle persone che non hanno raggiunto l'età prevista nel diritto interno o fissata dalla legislazione nazionale, cioé 18 anni in Italia. Nei principi della Convenzione si stabilisce inoltre l' informazione sulle conseguenze per la salute, sulla dipendenza e sul rischio di mortalità legate al fumo di tabacco e si sancisce un impegno politico.

La ratifica stabilisce anche la riconversione economica dei coltivatori di tabacco e dei lavoratori dell'intera filiera e indica misure finanziarie e fiscali. Negli articoli 12 e 13 si dà ampio rilievo alla educazione, comunicazione, formazione e sensibilizzazione del pubblico e si riconosce l'importanza del divieto globale della pubblicità e sponsorizzazione in favore del tabacco. Altre parti significative del provvedimento sono dedicate alla salvaguardia dell'ambiente e della salute delle persone; alla responsabilità civile e penale, compreso l'indennizzo; alla ricerca, sorveglianza e scambio di informazioni in materia di lotta al tabagismo, anche a livello internazionale. Anche nel nostro Paese, ha quindi sottolineato il ministro della Salute, la Convenzione "darà nuovo impulso alle iniziative di prevenzione e consentirà una maggiore cooperazione con altre amministrazioni per ridurre la domanda e l'offerta di prodotti del tabacco, attraverso il contrasto al contrabbando, la regolamentazione delle informazioni sui prodotti e della pubblicità, la definizione delle politiche fiscali e dei prezzi, la ricerca sugli ingredienti delle sigarette".

A livello nazionale, sono oltre 12 i milioni di italiani che fumano, ben 80 mila le vittime delle bionde. Ma tra divieti e rincari (+40% negli ultimi 5 anni), rispetto al 2006, nel 2007 sono stati venduti 50 milioni di pacchetti da 20 in meno.
giuggyna
00domenica 20 aprile 2008 01:40
mah vedremo km andrà a finire
~=€MM@=~
00domenica 20 aprile 2008 13:30
tanto nessuno lo rispetterà...
jelly.fruit
00domenica 20 aprile 2008 13:45
si come no ci credo che lo rispetterasnno tutti XD
gughi potter
00martedì 22 aprile 2008 20:01
Infatti non lo rispetterà nessuno, il fumo produce troppi....soldi.
.luchino.
00martedì 22 aprile 2008 20:49
Re:
gughi potter, 22/04/2008 20.01:

Infatti non lo rispetterà nessuno, il fumo produce troppi....soldi.


già, purtroppo

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