8 marzo, "Autonomia è diritto"

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giuggyna
00sabato 8 marzo 2008 14:37
Napolitano: "Elezioni test di parità"
Giorgio Napolitano, celebrando l'8 marzo, ha difeso "l'autonomia delle decisioni riconosciute dalla legge alle donne". "Quelli che vediamo troppo spesso messi in causa sono non già diritti specifici delle donne, ma elementi essenziali dello Stato di diritto", ha detto il Presidente. Sul futuro delle donne in politica: "Vedremo dopo il voto in quale misura le forze politiche abbiano ridotto una ingiustificabile disparità parlamento italiano".



''Le distanze si sono accorciate, ma siamo ancora molto lontani da un traguardo di parita''', ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, celebrando al Quirinale l'8 marzo, alla presenza del ministro delle Pari opportunità, Barbara Pollastrini e del suo predecessore, la parlamentare Stefania Prestigiacomo.

Il capo dello Stato ha detto che la radice della crescita dei diritti delle donne nel nostro paese sta nella Costituzione, che contiene ''il presupposto e la base per ogni reale avanzamento nella condizione della donna''.

Dal 1947 è stato fatto un lungo cammino, ma non si deve dimenticare quanto sia stato difficile ottenere ogni singolo riconoscimento formale. Già durante i lavori della Costituente, ha ricordato, le prime elette si batterono per eliminare formulazioni che contenevano gravi pregiudizi e discriminazioni sul ruolo pubblico delle donne, in particolare per l'accesso alla carriera giudiziaria.

Solo nel 1965, però, fu possibile avere le prime donne vincitrici di concorso in magistrature e solo oggi possiamo salutare ''le recenti, recentissime nomine della prima donna presidente di tribunale metropolitano, della prima donna presidente di corte d'appello, della prima donna presidente di sezione della corte di cassazione''. I passi avanti, ha proseguito Napolitano, sono stati possibili grazie ''alla mobilitazione civile e ad un molteplice sforzo per far vivere la Costituzione, sforzo che nei decenni ha prodotto decisive leggi di riforma, come quella del diritto di famiglia'', oltre ad importanti sentenze della corte costituzionale in materia di diritti delle donne.

Un avanzamento necessariamente graduale, ha detto, come aveva previsto nel 1869 il grande pensatore liberale John Stuart Mill. ''Ma non tutti i pregiudizi nei confronti delle donne, da lui impietosamente denunciati - ha aggiunto - sono ancora caduti, e soprattutto non sono caduti tutti gli ostacoli, che frenano l'uguaglianza invocata dalla dichiarazione universale dei diritti umani, che risale al 1948 come la nostra Costituzione''.

Fra gli ostacoli più grandi da rimuovere, ha detto Napolitano, ci sono quelli dell'intolleranza e della disuguaglianza nei punti di partenza, della legalità negata, degli squilibri nella parità di genere. L'intolleranza, ha ricordato, può raggiungere il livelli estremi della pulizia etnica, della guerra civile senza esclusione di colpi, della repressione, della limitazione della libertà sia di comuni cittadini, sia di leader politici.

Infine, Napolitano ha chiesto interventi urgenti e terapie efficaci per colmare la disparità tra uomini e donne e il divario tra Nord e Sud del nostro paese, perché si rischia che entrambi questi fenomeni si aggravino drammaticamente, e in Italia lo squilibrio di genere è già ''troppo ampio'' anche per quanto riguarda l'occupazione, soprattutto nel Sud.

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