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Influenza, primo caso di contagio diretto in Italia

Ultimo Aggiornamento: 08/05/2009 23:40
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08/05/2009 23:40
 
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Un uomo di 70 anni è il primo malato ad avere contratto la nuova influenza A/H1N1 in Italia e non in Messico. Lo ha annunciato questa sera il ministero della Salute. Continua a leggere questa notizia
'E' stato confermato oggi dall'Istituto Superiore di Sanità un altro caso, l'ottavo, di positività alla nuova influenza umana A/H1N1", dice il comunicato del ministero. "E' il primo caso in cui l'infezione è stata contratta in Italia".

Il paziente, dice il ministero, è "un uomo di 70 anni ricoverato presso l'Ospedale Spallanzani di Roma, nonno del bambino di 11 anni che nei giorni scorsi era stato ricoverato presso l'Ospedale Bambin Gesù di Roma al ritorno da un viaggio in Messico".

Il ministero sottolinea però che si è trattato di contagio tra "familiari stretti" e che si sono verificati già casi analoghi in almeno altri tre paesi europei.

In precedenza, sempre oggi, il ministero aveva reso noto che altri due casi risultavano confermati oltre ai cinque dei giorni scorsi: quelli relativi a una donna di 48 anni tornata da un viaggio in Messico e a un uomo di 40 anni di ritorno da New York, ricoverati rispettivamente all'Ospedale Sacco di Milano e all'Ospedale San Matteo di Pavia e sottoposti a terapia antivirale.

Nei giorni scorsi, il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio aveva detto che la situazione legata al nuovo virus influenzale H1N1 in Italia si sta stabilizzando, pur confermando che ci sarebbero stati inevitabilmente nuovi casi.

E sempre stasera, si è registrata la prima vittima del virus in Canada, una trentenne dell'Alberta che secondo le autorità sanitarie non si sarebbe mai recata in Messico.

In Messico, il Paese più colpito dalla nuova influenza, i morti provocati dal virus sono 44.

STATO DI ALLERTA SEMPRE A LIVELLO 5

L'Organizzazione Mondiale della Sanità, che pure ha ipotizzato che fino a un terzo della popolazione mondiale potrebbe essere contagiata dal nuovo virus, ha lasciato per il momento inalterata a livello 5 lo stato di allerta per la pandemia - cioè l'epidemia globale - e ha confermato i primi quattro casi di contagio in Brasile.

Intanto, dopo che le autorità sanitarie americane hanno riferito di un peggioramento nella diffusione dell'influenza H1N1, oggi il presidente americano Barack Obama ha detto che l'influenza non è virulenta come temuto, anche se gli Usa non sono ancora completamente "fuori dai guai".

Fino a questo momento, negli Stati Uniti ci sono stati due decessi causati dal morbo.

"Finora non ci sono segnali che l'emergenza sia finita", ha detto il dottor Richard Besser, direttore del Centro Usa per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione.

Una serie di studi approfonditi sulla nuova "influenza suina" ha dimostrato che questa è uno strano ibrido tra influenza umana, suina e aviaria e un virus suino mai visto prima in Nord America.

Il Cdc ha confermato 896 casi di H1N1 in 41 stati.

I paesi asiatici, che hanno registrato pochi casi fino a questo momento, hanno chiesto oggi di aumentare le scorte di medicinali e la cooperazione in questo momento di emergenza.

UN TERZO DEL PIANETA

Più di 2000 persone in almeno 25 paesi sono state contagiate dal virus H1N1, stando ai dati dell'Oms.

Il dottor Keji Fukuda, dell'Oms, ha invitato i governi asiatici a rimanere in allerta per una possibile pandemia che potrebbe "infettare un terzo della popolazione mondiale o anche di più nei prossimi mesi, nel prossimo anno".

"Anche se la malattia sembra contagiare in maniera non grave a livello individuale, una diffusione mondiale potrebbe aumentare il numero di malati gravi", ha detto Fukuda ai ministri dei 10 paesi membri dell'Asean, più la Cina, il Giappone e Corea del Sud, durante il meeting di Bangkok di ieri.

Fukuda ha riferito che l'influenza non si è ancora diffusa ampiamente fuori dal Nord America, ed è per questo che il livello di allerta è fermo a 5.

Con un comunicato congiunto, i ministri della Salute asiatici hanno manifestato la loro preoccupazione circa la produzione dei vaccini, sufficiente per il Nord America, ma non per una eventuale pandemia mondiale.

I 13 paesi hanno convenuto di tenere sotto controllo le persone che arrivano da paesi contagiati, ma non hanno in programma di istituire divieti per i turisti.

"Imporre restrizioni turistiche avrebbe un effetto minimo sull'eventuale diffusione del virus, ma danneggerebbe in maniera consistente l'economica globale e regionale, in un momento già finanziariamente difficile", si legge nel comunicato.




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