Procura attende altri test sui reperti
Non c'è alcun terzo uomo nello stupro della Caffarella. Lo si apprende dagli atti dell'inchiesta diretta dal pm Vincenzo Barba. Al momento gli unici due sospettati per l'aggressione ai due fidanzatini sono Alexandru Isztoika Loyos e Karol Racze. Nel frattempo il magistrato ha affidato a un altro esperto il compito di fare approfondimenti su nuovi reperti recuperati sul luogo del delitto.
Per quanto riguarda poi gli accertamenti tecnici effettuati dalla Scientifica e il cui esito è pervenuto alla Procura, si fa notare che sono stati eseguiti soltanto su alcuni reperti. E il magistrato ha affidato a un nuovo esperto il compito di fare approfondimenti proprio su quei reperti.
Riguardo alle audizioni delle persone indicate da Karol Racz per il suo alibi, i relativi verbali verranno mandati al tribunale del Riesame. Per il momento sono stati depositati soltanto gli atti su cui si fonda l'ordinanza di custodia cautelare. Il pubblico ministero deciderà, non appena riceverà gli esiti definitivi sul Dna, se sollecitare o meno la conferma del provvedimento restrittivo nei confronti dei due.
L'avvocato di Racz: "Lui non c'entra"
"Non è lui, non è Karol il pugile, uno dei due stupratori della Caffarella", aveva ribadito nei giorni scorsi con forza il difensore di Karol Racz. Per l'avvocato Lorenzo La Marca l'identikit tracciato dalla polizia sulla base delle dichiarazioni della ragazzina e del suo fidanzato non corrisponde a quello del suo assistito. "E' stata fatta la descrizione di un uomo con le caratteristiche fisionomiche diverse da quelle di Racz. Non solo, è stata indicata una persona alta un metro e 75, ed il mio cliente non supera il metro e 50, e capelluta, mentre il mio è stempiato".
Inoltre, a detta della coppia di fidanzatini aggredita, gli aggressori parlavano tra loro in italiano, mentre "Racz non spiccica - ha precisato il legale - una parola della nostra lingua tanto che ho dovuto presentare un'istanza per avere un interprete nei miei incontri con il detenuto". La Marca ha anche lamentato anche l'assenza dal fascicolo processuale dei verbali di interrogatorio delle persone citate da Racz a sostegno dell'alibi.