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Terrorismo, arrestati 2 marocchini. Maroni: attenzione altissima

Ultimo Aggiornamento: 03/12/2008 12:00
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03/12/2008 12:00
 
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MILANO (Reuters) - L'arresto da parte della sezione antiterrorismo della Digos di Milano di due marocchini accusati di progettare attentati nel Milanese ha spinto il ministro dell'Interno Roberto Maroni a parlare di "una situazione nuova e preoccupante".

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Secondo quanto riferito dalla polizia i due uomini, arrestati oggi, avrebbero progettato attacchi contro vari obiettivi, ispirati ma non direttamente legati alla strategia del terrore di al Qaeda.

I due, Ilhami Rachid di 42 anni e Abdelkader Ghafir di 31 -- arrestati in esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip Silvana Petromer --, sono entrambi operai che apparivano ben inseriti nella società, in Italia da una decina d'anni, sposati, con due figli ciascuno e frequentatori del centro culturale "Pace" di Macherio, paesino della Brianza dove ha casa anche la famiglia del premier Silvio Berlusconi.

L'inchiesta -- condotta dal pm Nicola Piacente e partita nel marzo 2007 -- ha subìto nella sua ultima fase una brusca accelerazione perché "i principali indiziati avevano iniziato a pianificare l'attività preparatoria per fare attentati" contro caserme, supermercati e bar a Milano e provincia, anche se non avevano ancora reperito il materiale necessario per metterli in atto.

"ATTENZIONE ALTISSIMA"

"L'attenzione in Italia è altissima", ha detto stasera al Tg1 il ministro dell'Interno, parlando di una "situazione nuova e preoccupante... per la prima volta parliamo di persone che avevano progettato un attentato in Italia".

"Stiamo verificando se si tratti di una rete estesa o di un caso isolato", ha detto Maroni al Tg1, aggiungendo che "è necessario prendere provvedimenti per mettere in sicurezza i cittadini e combattere il terrorismo internazionale".

Nel pomeriggio Maroni ha presieduto al Viminale una riunione del Comitato nazionale dell'ordine e della sicurezza pubblica per valutare l'arresto dei due presunti terroristi, oltre che la situazione seguita ai recenti attacchi di Mumbai.

Al Tg1 Maroni ha comunque sottolineato che si è "riusciti a intervenire prima" che avessero luogo eventuali attentati.

Bruno Megale, capo della Digos, ha precisato in una conferenza stampa in questura a Milano che il gip ha contestato ai marocchini arrestati anche "il concorso esterno alla rete terroristica internazionale denominata 'al Qaeda'", poiché i due, nonostante non avessero collegamenti internazionali, "condividevano le ideologie e la strategia" della rete guidata da Osama bin Laden.

L'indagine -- resa possibile grazie a servizi di intercettazione e di osservazione sul territorio -- ha consentito "di documentare l'individuazione di obiettivi civili e militari a Milano e provincia e la realizzazione degli accertamenti preliminari alla realizzazione di un attentato, grazie a sopralluoghi", come riferito dagli investigatori.

ODIO NEI CONFRONTI DEGLI OCCIDENTALI

"I due sono terroristi locali che si sono addestrati da soli e non sono andati in Afghanistan", ha detto Giuseppina Suma, funzionaria dell'antiterrorismo della Questura di Milano. Gli inquirenti hanno però sottolineato che Rachid e Ghafir avevano maturato un certo odio nei confronti degli occidentali e che la loro massima aspirazione era quella di riuscire a mettere in atto un attentato suicida, con un'auto imbottita di esplosivo, contro una caserma.

In una intercettazione ambientale dello scorso settembre, come riferito da fonti giudiziarie, Rachid ha detto a Ghafir: "Ti voglio dire per esempio se entrassi in una caserma dei carabinieri, dove ci sono 10-15 militari e li terrorizzassi....ci vuole qualcosa che rimanga nella storia, così avresti il riconoscimento di Dio, raggiungeresti la grazia di Dio".

Rachid, considerato il più "fondamentalista" dei due, conosceva a memoria i sermoni di bin Laden e del suo vice al Zawahiri e aveva chiamato uno dei suoi due figli Osama.

Dalle indagini, partite da alcune segnalazioni fra chi nel centro culturale sospettava la presenza di fondamentalisti, è emersa una concreta progettualità di attentati contro caserme -- in particolare contro quella dei carabinieri di Giussano --, contro l'ufficio immigrazione della questura di Milano, contro il parcheggio del supermercato Esselunga di Seregno e contro il parcheggio di un bar sempre della cittadina brianzola.

Per preparare gli attentati -- da compiersi con cariche esplosive -- i due scaricavano dal web documenti per progettare ordigni elementari e avevano preso in considerazione l'utilizzo di bombole di ossigeno.

Gli investigatori hanno capito la loro intenzione di compiere attentati da alcune intercettazioni ambientali, grazie a cimici piazzate nelle auto dei due, che ne parlavano quando passavano davanti a possibili obiettivi.

In seguito alle inchieste sono state indagate a vario titolo altre dieci persone oggetto stamani di perquisizioni personali e domiciliari.



Oddio Carlo è a Milano [SM=x945973] e volete che non vada a visitare il Duomo!! [SM=x945977] oddio...



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