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Amici di Maria De Filippi - 8° Edizione

Ultimo Aggiornamento: 30/03/2009 13:25
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20/10/2008 19:37
 
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Sabato 18 Ottobre 2008
Amici libri - Pinocchio 2
Seconda puntata di "Amici libri", e di "edizione favolosa 2". Rientrano in studio i celeberrimi protagonisti della fiaba di Pinocchio e Busi rivolge la sua e la nostra attenzione verso la figura di Geppetto: il falegname e "neopapà" povero e di umili origini, che cerca nell'istruzione del figlio anche un suo "riscatto" nella società, un'aspirazione sempre attuale... Dunque Geppetto, pur di mandare suo figlio a scuola, vende la sua unica giacchetta rimanendo in maniche di camicia, ma Pinocchio, zompettando verso il suo primo giorno di scuola, si imbatte nel Circo dei burattini di Mangiafoco e cede alla tentazione: vende per pochi soldi l'abbecedario e compera il biglietto per lo spettacolo, una rappresentazione della Commedia dell'Arte italiana con tutte le sue principali figure e a cui Pinocchio prende parte: il "Teatro nel Teatro" come dice Busi, uno spettacolo che gli spettatori ritengono facente parte del "copione". Dice lo scrittore: - Collodi è dunque l'antesignano di ciò che si vedrà in seguito: oltre al teatro nel teatro, il romanzo nel romanzo, il cinema nel cinema...- Mangiafoco non gradisce affatto che Pinocchio sia diventato improvvisamente la star del suo spettacolo, che venga salutato come un fratello dagli altri burattini (come se Pinocchio esistesse già da tempo). Il burattinaio infuriato lo fa rinchiudere e alla fine della rappresentazione ordina a Pulcinella e ad Arlecchino di prenderlo e gettarlo nel fuoco affinchè il suo montone venga ben rosolato. Busi a questo punto decide di fare un passo indietro, parlando del Collodi e di alcune "voci" sul suo conto: c'è chi ha sostenuto che Pinocchio fosse stato scritto in funzione di un suo vizio per il gioco d'azzardo...chi addirittura che abbia "buttato giù il testo in una notte" (cosa questa che lo scrittore non prende assolutamente in considerazione). Collodi è il nome d'arte di Carlo Lorenzini, nato nel 1826 e morto nel 1890, un giornalista e un uomo che non "lascia traccia", con le poche le notizie che si hanno su di lui. Quindi tratta l'argomento della "fame" e dello "stomaco vuoto", tematiche onnipresenti nel libro e anche nell'Italia di metà Ottocento, caratterizzata dalla grande miseria e dalle migrazioni verso il nuovo mondo, specie dal meridione. L'altro l'argomento che lo scrittore affronta è quello "dell'aspetto fisico che non corrisponde all'animo" descritto dal Collodi nella fase successiva alla disperazione di Pinocchio votato alla morte e poi alla sua coraggiosa presa di posizione allorchè Mangiafoco, commosso dai pianti del burattino, decide che il suo montone debba essere comunque ben cotto e che Arlecchino venga bruciato in sua vece: Pinocchio dice no e, in uno slancio di onore e coraggio, si dice disposto al proprio sacrificio pur di salvare suo fratello Arlecchino...; così il terribile Mangiafoco, dall'aspetto così poco raccomandabile, descritto in modo minuzioso dal Collodi, si intenerisce e si accontenta di un arrosto meno cotto. Dice Busi: - Collodi è non soltanto laico, è anche anticlericale, esempio più unico che raro allora...e direi anche adesso, smentisce le già presenti teorie del Lombroso, quindi il destino di un uomo non dipende dalla sua fisicità ma lui stesso ne è l'artefice, e ancora: non è detto che a un gran signore corrisponda altrettanta nobiltà d'animo; quello del Collodi è un fenomeno di rottura, di trasgressione verso la morale precostituita, di satira ai costumi del tempo - Tornando alla storia Mangiafoco regalerà addirittura cinque monete d'oro a Pinocchio, dopo aver saputo del suo povero babbo e della mamma mai avuta, ma il burattino incontrerà il Gatto e la Volpe, come dice Busi nel "momento forse più luminoso" della fiaba, due personaggi che sovvertono quelli precedenti della Commedia dell'Arte con i loro ruoli ben definiti, con quelli di antieroi, di campioni di finzione e di furbizia, aspetti non estranei a una certo tipo di mentalità italica. Un ballo di Busi con i ragazzi presenti in studio e quindi lo scrittore cerca di intavolare un dibattito ispirato dalla scritta sulla lavagna: "ti senti più burattino o più burattinaio?": tra chi dice che non sarà mai un burattino e chi afferma che in questo paese lo siamo un pò tutti perchè il burattinaio è il potere, tra chi tuona contro il nepotismo universitario e discapito della meritocrazia, l'osservazione più interessante la fa forse Luca, nei panni di Mangiafoco, rivolgendo una domanda allo scrittore: - come si esce dal circolo vizioso burattino-burattinaio? - Busi risponde di non avere ricette per questo, ma che a sta a ognuno di noi trovare la propria strada: - le rivoluzioni nascono fra le mura domestiche, ricordando che tutto è momentaneo, che la nostra libertà non deve diventare solitudine ma deve essere condivisa con altri, è una questione di generazione, di mentalità, di cultura e di...tantissima umiltà -



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