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Avati e il rapporto padre e figlia

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2008 18:16
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13/09/2008 18:16
 
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"Il papà di Giovanna" esce nelle sale
Dopo il successo ottenuto a Venezia 65 con Silvio Orlando vincitore della Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile, "Il papà di Giovanna" sbarca nelle sale italiane. Avati torna ad indagare sul delicato rapporto padre-figlia, con una vicenda ricca di colpi di scena. Al cinema c'è anche "Hancock" il supereroe pasticcione interpretato da Will Smith e il noir "Le tre scimmie", vincitore del premio alla Regia al Festival di Cannes.



IL PAPA' DI GIOVANNA di Pupi Avati
Bologna 1938 - Michele Casali (Silvio Orlando) si trova a vivere una situazione disperata: Giovanna (Alba Rohrwacher), sua figlia unica ancora adolescente, ha ucciso per gelosia la sua compagna di banco e migliore amica. Nell'ambiente borghese in cui il delitto è avvenuto la vicenda provoca forte emozione ed incredulità. Evitando il carcere, la ragazza viene ritenuta non sana di mente e perciò rinchiusa in un ospedale psichiatrico a Reggio Emilia dove rimarrà fino all’età di 24 anni (1945).

Durante questo periodo di quasi totale isolamento, l’unica persona che si occupa di lei è il padre che si trasferisce appositamente a Reggio da Bologna, dove insegnava arte al liceo Galvani. Giovanna, una ragazza con seri problemi mentali, ricorda fisicamente molto il padre. Sin da quando era piccola, Michele per rassicurarla dalle sue fragilità e pensando di trasmetterle le energie sufficienti per fronteggiare il mondo, l’ha convinta che avrebbe dovuto e potuto pretendere sempre tutto da tutti.



Padre e figlia avevano così instaurato da sempre un legame particolare, forse patetico, dal quale avevano completamente esclusa la mamma: Delia (Francesca Neri), una donna molto bella e molto concreta. Una donna che dopo la tragedia decide di rimanere a vivere a Bologna rinnegando, con una disperazione solo interiore, la propria famiglia e non volendo più rivedere Giovanna. Testimone sempre presente di questi terribili eventi che hanno sconvolto il piccolo nucleo familiare, in anni certamente non facili, un ispettore di polizia, aitante, simpatico e amico intimo di Michele: Sergio Ghia (Ezio Greggio).

Segretamente innamorato da anni di Delia non ha però mai tradito la fiducia dell’amico. Solo per un brevissimo periodo, prima di morire fucilato per i suoi trascorsi nell’Ovra, l’uomo vive finalmente una breve storia con Delia, perché è stato proprio Michele che lo ha spinto fra le braccia della moglie, avendo capito da tempo che anche lei condivideva lo stesso sentimento per il vicino di casa. Nell’inverno del 1953, in una Bologna che sta ricostruendosi dopo i massacri della guerra, una sera, per caso, nel buio fumoso di un piccolo cinema, Delia incontra lo sguardo della figlia Giovanna accompagnata dal padre che è rimasto sempre con lei. La madre, questa volta, non avrà più incertezze e con loro deciderà che proveranno assieme a ricominciare una nuova vita.


HANCOCK di Peter Berg
Ci sono eroi. Ci sono supereroi. E poi c’è Hancock (Will Smith). Da grandi poteri derivano grandi responsabilità, lo sanno tutti, tranne Hancock, un supereroe imperfetto, dalla vita spericolata e dall’eccesso di vizi. Gli atti eroici di Hancock, che mostra sempre di avere delle buone intenzioni, gli permettono di portare a termine le sue missioni e salvare tantissime vite, ma sembrano sempre lasciare alle spalle danni notevoli. Per quanto possano essere grati al loro eroe locale, i cittadini di Los Angeles alla fine ne hanno abbastanza e si chiedono cosa hanno fatto per meritarsi tutto questo. Hancock non si preoccupa di quello che pensa la gente, fino a quando non salva la vita di un dirigente di una società di pubbliche relazioni, Ray Embrey (Jason Bateman), e così capisce di avere un lato vulnerabile.



MACHAN - LA VERA STORIA DI UNA FALSA SQUADRA di Uberto Pasolini
Sri Lanka, una bidonville a Colombo. Senza soldi e senza futuro, un gruppo di disperati ai margini della società trova in un torneo di palla a mano in Baviera la risposta alle loro preghiere, un biglietto di sola andata verso l’Occidente e la ricchezza che potrebbe risolvere tutti i loro problemi. Manoj e Stanley cercano di tirarsi su a vicenda dopo che la loro ultima richiesta di visto è stata respinta. Il barista Manoj è affranto poiché il suo sogno di vivere e lavorare nel magnifico Occidente continua ad essergli negato, mentre l’amico di una vita Stanley, venditore ambulante di frutta a Colombo, non ce la fa piu’ a tirare avanti, oberato da pesantissimi debiti, due zie pazze e un fratello minore che sta imboccando la strada del crimine.

Con il morale a terra, i due scoprono per caso un bando di gara per partecipare ad un torneo di palla a mano in Baviera, che ai loro occhi appare come un dono del Cielo. E anche se nessuno di loro ha la più pallida idea di cosa sia la palla a mano, inviano in fretta e furia una scheda di ammissione fasulla e ben presto un variegato mix di amici e colleghi, creditori e poliziotti, vanno ad allargare le fila dell’improbabile Nazionale di Palla a Mano dello Sri Lanka.

Pensando al torneo che li aspetta dall’altra parte del mondo, la squadra organizza delle caotiche "sessioni di allenamento". Ma quando finalmente arriva il tanto agognato invito, le regole della palla a mano vengono immediatamente accantonate; il sogno di lasciarsi alle spalle la povertà e di cominciare una nuova vita prende il sopravvento mentre si dirigono tutti insieme verso l’ambasciata tedesca per ottenere il magico visto… Respinti una volta ancora! Chi aveva mai sentito parlare di una lettera del Ministero? E perché mai c’e bisogno del permesso del proprio governo quando sei stato invitato dal governo di un altro Paese? E’ forse la fine del sogno?

Ma non perdiamoci d’animo: c’è sempre il maestro dei falsari e eclettico truffatore Ruan, anche se ricorrere ai suoi servigi vuol dire proprio aver toccato il fondo. L’ultima soluzione – piuttosto difficile da accettare per alcuni – è quella di includere nella squadra uno sparuto gruppo di stranieri bloccati nel Paese: finalmente, carte false alla mano, la squadra ormai al completo riesce ad ottenere il tanto agognato visto e dopo uno struggente addio ad amici e parenti, gli improbabili atleti sono finalmente in viaggio verso l’Occidente e il luminoso futuro che li attende...



LE TRE SCIMMIE di Nuri Bilge Ceylan
Una famiglia entra in crisi per colpa di una serie di piccoli segreti che alla fine si trasformano in grandi menzogne, e tenta disperatamente di restare unita rifiutandosi di affrontare la Verità. Negando la Verità per evitare prove e responsabilità troppo dure da sopportare, la famiglia decide dunque di non vederla, non sentirla e non parlarne: ma facendo il gioco delle “tre scimmie” riuscirà anche a cancellarla?

"Fin da piccolo sono sempre stato affascinato e allo stesso tempo impaurito dalla straordinaria varietà delle manifestazioni della psiche umana. - ha detto il regista Nuri Bilge Ceylan - Mi ha sempre stupito osservare come nell’animo umano possano coesistere il desiderio di potere e la capacità di perdonare, l’interesse per le cose più sacre e per quelle più banali, l’amore insieme all’odio. E quello che mi spinge a fare film è proprio la volontà di comprendere il nostro mondo interiore – un mondo che è impossibile formulare razionalmente".

"Il film affronta questo tipo di situazione emotiva e psicologica raccontando una vicenda carica di relazioni complesse e violente che coinvolgono i quattro protagonisti. - continua - Ho cercato di drammatizzare i pensieri astratti, le convinzioni e i conflitti concettuali che viviamo nel profondo di noi stessi personificandoli nei protagonisti del film. La cosa più interessante, in questa vicenda, è la deviazione che sconvolge tutto l’insieme, la strada secondaria che si stacca da quella principale".

"Per esempio, il momento in cui una persona molto coraggiosa all’improvviso si ritrova in ginocchio, tremante di paura; o quello in cui un vigliacco dà un’improvvisa prova di coraggio. - conclude - Quello che abbiamo voluto fare è stato sforzarci di capire la natura umana e noi stessi, e rappresentarla attraverso questo tipo di scarto".



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