ma sulle spiagge è subito rivolta
Alcune amministrazioni avevano già istituito sanzioni contro le "abusive"
ROMA - Il divieto c'è, i controlli pure, ma i massaggi non sono scomparsi dalle spiagge italiane. I bagnanti li chiedono, protestano per l'ordinanza del ministero del Welfare in vigore da ieri. Così cinesi e sudamericane li fanno ancora. In alternativa ci hanno pensato gli stabilimenti ad attrezzarsi con dei "professionisti".
"La cacciata delle massaggiatrici? Le signore l'hanno presa male, così abbiamo assunto una fisioterapista professionista per offrire un servizio a cui non volevano rinunciare", dice la proprietaria del bagno Minerva a Forte dei Marmi. La lotta alle massaggiatrici cinesi ingaggiata dal sindaco Umberto Buratti ha fatto arricciare il naso alle mogli dei magnati russi che da anni hanno scelto la località rivierasca come rifugio estivo.
Dal 4 luglio il litorale è setacciato dalla polizia municipale. Una squadra di 10 uomini percorre a piedi l'arenile a caccia degli "illegali", venditori ambulanti e cinesine munite di unguenti. "Abbiamo debellato il fenomeno delle massaggiatrici", dice Enzo Faraboschi, comandante dei vigili urbani di Forte. E in effetti sono scomparse ma perché hanno sconfinato a Marina di Pietrasanta. "Cercano clienti al Rosina e al Twiga di Briatore", conferma il presidente dei titolari degli stabilimenti della Versilia, Massimo Ronzi.
Poche massaggiatrici sul litorale laziale: tra Ostia, Sabaudia, Fregene e Anzio le orientali avvistate passeggiavano sul lungomare ma non a caccia di clienti. Soddisfatti i gestori degli stabilimenti, meno i bagnanti. "Piaceva perché è un modo di passare il tempo", racconta Marina Migliore della Bussola a Ostia. E si lamentano anche i clienti degli stabilimenti Vecchia Pineta, Bungalow e Venezia. A Fregene, racconta Alessandro Bartali della Spiaggetta: "Ne arrivano 20 al giorno. Prima si vestivano di bianco, ora cercano di non farsi notare".
Altro che off-limits, il massaggio resta una consuetudine sulle spiagge di Palermo. Ieri a Mondello sei cinesi battevano il lungomare offrendo i servizi con tariffe da 5 a 15 euro: "Abbiamo ripreso perché io e mio marito dobbiamo sopravvivere", dice una giovane. A Cefalù le orientali si aggiravano indisturbate tra i bagnanti.
Vietatissimi nell'esclusiva Capri (nei lidi più chic, come La canzone del mare, si servono di professionisti), in calo a Sorrento (vietati al Marameo e al Lionelli). A Ischia i massaggiatori cercano di aggirare il divieto: in spiaggia prendono appuntamento ma lavorano a domicilio. A Positano le massaggiatrici resistono sulle spiagge libere: "Ho chiamato i carabinieri - dice il bagnino del Rispoli - e da allora non vengono più". Contrario al divieto il presidente onorario del sindacato italiano balneatori, Riccardo Scarselli: "Un'ordinanza eccessiva".
Massaggi ovunque alle Eolie. Al Lido White Beach il servizio è pubblicizzato. "Arrivano professionisti che stabiliscono il prezzo con il cliente", dice il direttore Luigi Sabatini. Il lido di Lipari, questa estate, offre anche "Il vù sciuscià", extracomunitari sventolano dei ventagli per 5-10 euro l'ora per i bagnanti sdraiati.
I massaggiatori indietreggiano dove i controlli sono severi. A Iesolo si contano una ventina di multe, a Bibbione ci sono ma spariscono se vedono le ronde. Non si vedono sulla riviera romagnola: a Rimini multati più di 50 massaggiatori, a Riccione circa 70, dall'inizio dell'estate. In Liguria i bagni hanno giocato in anticipo. A Varazze e Arenzano, Comune e Asl hanno invitato a scoraggiare la pratica. Critici ad Albenga: "Non disturbano - dicono ai Bagni Derna - è il cliente che spesso li cerca".