Legale Franzoni: "Vi spiego il perché"
E' sempre convinto dell'innocenza della sua assistita l'avvocato Carlo Federico Grosso, il primo difensore di Annamaria Franzoni che ora affiancherà Paolo Chicco nel processo in Cassazione. "Non c'è movente, non si sa quale sia l'arma del delitto", afferma Grosso in un'intervista al Corriere della Sera. "Come avrebbe potuto Annamaria uccidere e poi, in pochi minuti, lavarsi, far sparire l'arma e cambiarsi?", aggiunge l'avvocato.
Il legale abbandonò la difesa nel giugno dello stesso anno con l'arrivo di Carlo Taormina. Ora è tornato a difendere la Franzoni.
Annamaria "mi è sembrata contenta, forse anche sollevata. Abbiamo chiarito cose passate, ma in realtà non ce n'era bisogno. Ora ciò che conta è dimostrare la sua innocenza", afferma l'avvocato Grosso.
Il legale si dice convinto dell'innocenza della sua assitita: "Nessuno può essere condannato se manca la prova certa della sua colpevolezza. Una giuria può condannare solo se l'imputato risulta colpevole al di là di ogni dubbio. Ma così non è stato", afferma. "Non c'è stata alcuna confessione, alcuna ammissione di responsabilità. Nessun cedimento, neppure dal resto della famiglia, neppure dal marito che le è sempre rimasto accanto".
Per Grosso il raptus non è un movente convincente: "In realtà non c'è movente. Tanto che in corte d'assise d'appello è stata rifatta una perizia psichiatrica per capire se la Franzoni fosse inferma di mente. Se lo fosse stata, in qualche modo si sarebbe trovata una risposta a un omicidio tanto terribile. Non è stato così, perché la Corte non ha riconosciuto l'infermità mentale", conclude Gorsso.
Il processo ad Annamaria Franzoni si svolgerà davanti ai supremi giudici il prossimo 21 maggio. Gli ermellini decideranno sulla validità della condanna a 16 anni per l'omicidio del piccolo Samuele avvenuto nel gennaio del 2002.