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Pasqua, prove libere di "abbuffata"

Ultimo Aggiornamento: 21/03/2008 10:34
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21/03/2008 10:34
 
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Attenzione però al "cioccolismo"
Non è Pasqua se non si mangia l'uovo di cioccolata. Oggetto del desiderio, il cibo degli dei, diventa ancor più desiderabile durante le festività pasquali. Ma, attenzione, avvertono gli scienziati, se la passione per fondente, al latte o con le nocciole diventa davvero troppa, e travlica in un eccesso, si può cadere anche nel "cioccolismo", una vera dipendenza, da cui, secondo studi americani, sono più colpite le donne.
Ma non è tutto, naturalmente. Mentre i ricercatori del Cnr hanno messo a punto un farmaco efficace contro la ciocco-ossessione, da dietologi ed esperti dell'alimentazione arriva il grido d'allarme sul pericolo abbuffata di Pasqua. Come durante le vacanze di Natale, anche in questa occasione infatti il rischio è che il pranzo di Pasqua e Pasquetta "sfugga di mano" e diventi un vero e proprio banchetto degli eccessi. Con logiche ripercussioni su linea e fegato.

Sarà l'agriturismo quest'anno il luogo prescelto del peccato di gola degli italiani. E' boom infatti di mini-vacanze in campagna e nemmeno le funeste previsioni meteo frenano questa transumanza dalle città alle fattorie con ristorante annesso. E questo soprattutto grazie ai prezzi che, a differenza di altre strutture, sono rimasti praticamente fermi. Gli agriturismi inoltre, in questi ultimi anni, hanno notevolmente diversificato l'offerta, potendo così soddisfare la domanda di quanti, oltre al relax naturale, vogliono "coccolarsi" con momenti di cura per la persona. Ecco, quindi, le terapie naturali con "bagni di...vini", massaggi con oli alle erbe naturali, bagni di vapore aroma-terapico, massaggi al miele, menù disintossicanti, dietetici e depurativi.

Ma l'offerta è ancora vasta. Maggiore attenzione ai bambini e ai loro divertimenti: negli ultimi tempi riscoprendo gli antichi giochi campestri quali la "corsa nei sacchi", il "palo della cuccagna", la "campana", il "tiro alla fune" e molti altri. Una buona occasione per dimenticare i videogames! E a farla da padrone sarà soprattutto l'enogastronomia, la riscoperta delle antiche tradizioni gastronomiche legate alla Pasqua e alla Pasquetta, unite da un fil rouge che è appunto il cioccolato.

Tutti in guardia però dal "cioccolismo", rammentano i ricercatori del Cnr, i quali hanno messo in luce questa vera e propria ossessione attraverso uno studio condotto sui topi. Anche i roditori infatti vanno matti per il cioccolato e, pur di gustarne un po', sono capaci di abbassare la leva erogatrice della leccornia trenta, cinquanta, cento volte e più, per poi ricominciare subito dopo.
Per alcuni dei sintomi che causa, il cioccolismo viene paragonato alla dipendenza da droghe o da altre sostanze d'abuso.
La ricerca dell'Istituto di neuroscienze (In) del Consiglio nazionale delle ricerche di Cagliari è in corso di pubblicazione su 'Behavioural Pharmacology'. Il modello sperimentale messo a punto dall'In-Cnr dimostra quanto siano forti, anche nei ratti, le proprietà gratificanti del 'cibo degli dei'. "Più volte al giorno, per 20 minuti al massimo, abbiamo sistemato i topi all'interno di gabbie provviste di una leva e di un dispensatore per liquidi", spiega Giancarlo Colombo, ricercatore In-Cnr. "Le cavie hanno rapidamente imparato che dieci pressioni sulla leva attivavano il dispensatore che, a sua volta, erogava la cioccolata per 5 secondi. Nel corso dei 20 minuti della sessione, i ratti hanno premuto la leva 800-1.000 volte e consumato circa 30 millilitri di cioccolata, circa un decimo del loro peso corporeo". Leccandosi poi i baffi, c'è da immaginare.
"Con procedure sperimentali è stato poi saggiato l'effetto del rimonabant, un inibitore selettivo del recettore CB1 degli endocannabinoidi, autorizzato in alcuni Paesi europei come farmaco per il controllo dell'appetito", prosegue Mauro Carai, dell'In-Cnr. "Abbiamo riscontrato che l'utilizzo di rimonabant riduce drasticamente i valori di auto-somministrazione di cioccolata, suggerendo quindi un'azione antagonista di farmaci di questo tipo sulrecettore in questione".
Una terapia del 'cioccolismo', dunque.

Senza dover ricorrere al rimonabant tuttavia, con un po' di buona volontà si può cercare di non esagerare nel consumo di uova di cioccolato, ma anche in quuello di colombe, carni arrosto, pasta al forno e fritti misti. "Le tentazioni culinarie delle feste pasquali spingono a rompere le righe e a concedersi abbuffate a base di prelibatezze. Con 'overdose' di grassi e zuccheri che rischiano di compromettere la funzione digestiva e la linea". Parola di Raffaele Ciofani, docente di Endocrinologia e malattie metaboliche dell'Università di Roma Tor Vergata, che in vista della Pasqua mette in guardia gli italiani. "Come accade per il Natale, dopo queste feste ci si può ritrovare anche con tre chili in più".

Sotto accusa, in particolare, le 'dolci tentazioni': gli assaggi di uova di cioccolato. "A base di zucchero, pasta di cacao, con o senza latte, le uova hanno un elevato valore nutritivo. Tanto che", dice il medico, "regalano 570 calorie per 100 grammi di cioccolato, praticamente un quarto del fabbisogno giornaliero di un adulto sedentario". Una tentazione che si trasforma "in veleno per i diabetici e i 7 milioni di italiani con accumulo di grasso nel fegato: tanti, infatti, soffrono di steatosi epatica". In questo caso, raccomanda Ciofani, è bene non abbassare la guardia. "Il fegato rischia di risentirne". Qualche cautela anche per i bambini. "Cominciamo a vedere piccoli di 4-10 anni con primi danni al fegato da eccesso di cibi dolci e grassi, abbinato a poca attività fisica: le analisi rivelano che 5 su 100 hanno le transaminasi alte", prosegue lo specialista. Se per alcuni italiani gli eccessi a tavola "sono comunque da evitare, agli altri nei giorni delle feste è concesso qualche stravizio. L'importante", raccomanda l'endocrinologo, "è non esagerare. E, dopo i peccati di gola, riservarsi qualche giorno per disintossicarsi".

Ciofani suggerisce di ricorrere a tre giorni di dieta 'salva-fegato'. "Si tratta principalmente di una dieta liquida: bisogna bere molta acqua, alternata a tè, ma anche all'acqua di cottura delle verdure, a minestre e a passati di verdura. Un regime di semi-digiuno", spiega, per permettere al nostro fegato di riprendersi e per riequilibrare il metabolismo. Ma anche un modo per lasciarsi alle spalle gli stravizi dei giorni delle feste pasquali". La dieta mediterranea rappresenta un caposaldo, perché racchiude in sé alcuni concetti fondamentali: varietà di cibi e prodotti stagionali, alto consumo di pesce, frutta, verdura e legumi, pochi alcolici e zuccheri semplici, olio di oliva come principale fonte di condimento. Ed è notizia di questi giorni la candidatura della dieta mediterranea a patrimonio culturale dell'umanità".
A queste "regole" alimentari va però sempre affiancata l'attività fisica. Il girovita e la salute in generale ringrazieranno, assicura l'esperto.
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