R. Calabria, in manette anche un medico
Un cellulare in regalo e la promessa di un'auto, oltre ad alcune migliaia di euro. Sarebbe questa la contropartita che Barbara Sgambetterra avrebbe ottenuto per la vendita della figlia di quattro mesi, alla coppia di coniugi acquirenti della bambina. Il particolare è stato riferito ai giornalisti dal pm della Procura di Palmi titolare dell'inchiesta che ha portato ai sei arresti a Cittanova (Reggio Calabria).
In carcere sono finiti, oltre alla donna, la coppia di coniugi che aveva acquistato la bambina, Giuseppe Brancati, di 39 anni, muratore incensurato, e Concetta Albanese (36), e la mediatrice della vendita, Tullia Calopresti (36), che Barbara Sgambetterra conosceva perché lavorava per lei come baby-sitter.
Gli arresti domiciliari sono stati disposti per Antonio Calopresti (37), medico dell'Asl di Messina e fratello di Tullia Calopresti, e per la madre di quest'ultima, Rita Corica (58).
Gli arresti sono il frutto di due indagini parallele svolte dai carabinieri e dal Commissariato di Cittanova. L'inchiesta ha preso spunto anche dalle dichiarazioni del fidanzato di Barbara Sgambetterra, che aveva denunciato ai carabinieri che la ragazza si era allontanata da Cittanova esprimendo la preoccupazione che la giovane potesse abortire.
Barbara Sgambeterra si era trasferita a Messina, all'insaputa del fidanzato, per partorire la bambina oggetto della vendita ai coniugi Brancati.