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Legalizzare il peer to peer - Nuova proposta di legge

Ultimo Aggiornamento: 23/08/2007 10:08
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23/08/2007 10:08
 
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“Favorire la tecnologia, importare in Italia un pacchetto di misure che già funziona altrove, liberarci da un’illusione proibizionista”. Legalizzare il file sharing. Non ha dubbi l’onorevole Marco Beltrandi (Rosa nel Pugno) che ha presentato una proposta di legge per rendere legale lo scambio personale di file senza fini di lucro che con la normativa attuale possono invece portare a conseguenze civili e penali.

Qual è la sua proposta di legge per legalizzare il p2p?
Si vuole trovare un compromesso tra il diritto d’autore e la legalizzazione della condivisione di file. La soluzione ci è stata fornita dai Paesi nordici che hanno già sperimentato i modelli di licenze collettive. Si tratta di una sorta di negoziato tra i rappresentanti dei titolari dei diritti d’autore e i rappresentanti degli utenti online. E’ quanto vogliamo creare in Italia: un sistema che permetta di promuovere accordi tra le società di gestione collettiva rappresentative degli aventi diritto e le associazioni rappresentative degli interessi degli utilizzatori che definiscano le condizioni di uso delle opere utilizzando lo scambio e la condivisione dei contenuti digitali.

Il dibattito sul file sharing è nato per il contrasto con il diritto d’autore che, se da una parte viene considerato elemento di sicurezza, dall’altro viene visto come elemento di negazione della libera circolazione delle idee, delle opere e dei contenuti. Cosa prevede la sua proposta in merito?
Alla base della legge c’è la negoziazione tra le due parti: non c’è violazione se si trova un compromesso. L’Italia dovrebbe guardare a quello che sta facendo la BBC con l’iniziativa “Creative Archive”: si può scaricare gratuitamente dal sito della BBC filmati d'archivio, modificarli e ridistribuirli a piacimento; un'importante riconoscimento per le licenze Creative Commons, sempre più presenti negli ambiti di diritto d'autore digitale. Il principio fondamentale è quello di favorire la libera circolazione di musica, testi, fotografie senza per questo privare l'autore dei dovuti riconoscimenti, sia economici sia di paternità dell'opera. Le licenze Creative Commons non sono dunque contro il copyright, ma rappresentano uno strumento per rendere il copyright al passo con i tempi. In questo senso tale proposta di legge si inserisce in un progetto più ampio: stiamo pensando a un pacchetto di riforme della SIAE perché non sia l’unica a detenere i diritti d’autore ma aumentare piuttosto il numero dei concorrenti.

Non ci sono anche dei problemi di security e privacy da prendere in considerazione?
Il vantaggio delle licenze collettive è lo scambio consapevole. Se è vero che i programmi di file sharing richiedono la condivisione di un’area del disco sulla quale mettere i file a disposizione e consentire il libero accesso ad alcune parti del computer, è anche vero che tutti sono garantiti dal fatto che nell’ambito delle licenze è legale scaricare e condividere. In questo sta anche la differenza con l’attuale legge Urbani, basata su un’ottica di proibizionismo piuttosto che di vantaggi teconologici.

Quindi lei vuole basarsi sui vantaggi della tecnologia che dovrebbero favorire il percorso della proposta. Ma promuovere questi vantaggi mentre esplode il malcontento delle case discografiche perché è sempre più diffuso il p2p di file musicali non è un paradosso?
I vantaggi del p2p sono diversi, alcuni dei quali vanno ad arricchire le stesse case discografiche. Scaricare file musicali, condividerli e diffonderli coinvolge un discorso di pubblicità che non deve essere sottovalutato da case discografiche e media. Nella maggior parte dei casi il file sharing avviene con materiale non più disponibile sul mercato: se le opere scaricate servono a fare pubblicità, le case discografiche potranno ricavare solo vantaggi. Non solo: in arrivo c’è la piattaforma Qtrax che prevede l’accesso degli utenti ad un sistema di condivisione di un catalogo da 20 milioni di brani, un servizio finanziato tramite pubblicità e sponsorship. E ancora altre esperienze, come la distribuzione del videogame FIFA07 gratuita in Corea del Sud, pagata dalle sponsorizzazioni.
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