Si discute con sempre maggior interesse della possibilità di estendere il diritto di voto ai sedicenni. Ma i giovani che cosa ne pensano in realtà?
La scelta fatta dal Comitato Nazionale che si occupa di stabilire il regolamento di elezione dell'assemblea costituente del nascente Partito Democratico di ammettere alle primarie anche i ragazzi che avranno compiuto al 14 ottobre i sedici anni (e che nel 2009, alle europee, saranno maggiorenni), fa riflettere il mondo dei giovani e dei giovanissimi sull'opportunità di dare anche a loro il diritto di voto. Ma i diretti interessati che cosa ne pensano?
Da un'inchiesta portata avanti dall'Osservatorio sui diritti dei minori è emersa una buona disposizione verso questa innovazione, che poi non sarebbe neppure così pionieristica. In effetti, il parlamento austriaco ha votato lo scorso due maggio una legge che estende il diritto di voto ai sedicenni. Anche in altri stati se ne sta discutendo, a partire dalla Svizzera.
E' chiaro che si sta parlando di un argomento, la politica, che i giovani vedono il più delle volte come distante dai loro problemi e dalla loro vita quotidiana. In maggior parte vedono l'impegno politico come qualcosa di prematuro, “da grandi”. Ma in questi ultimi tempi la scelta di responsabilizzare le giovani generazioni dal punto di vista civico, potrebbe rivelarsi una carta vincente.
Nonostante i dati emersi dalla ricerca effettuata dall'Osservatorio citata all'inizio, l'istituzione a tutela dei minori si mostra perplessa, se non addirittura contraria, adducendo la motivazione secondo cui a questa età non vi siano sufficiente maturità e conoscenza della questione.
In effetti, non si può negare che lo studio del diritto negli istituti superiori si sia contratto fino a ridursi ai primi due anni, (nel licei spesso soppiantato nel triennio successivo dalla filosofia) e con un programma ridottissimo rispetto a ciò che si dovrebbe fornire come “bagaglio” ai ragazzi. Sì, perchè una corretta educazione civica non è un noioso argomento da adulti che con la vita dei giovani non ha nulla a che fare. Anzi, potrebbe essere una via di interesse per tanti ragazzi che vorrebbero vedere ascoltate le loro ragioni, magari anche da parte delle istituzioni, ma non hanno conoscenza diretta né dei loro diritti, né dei doveri e neppure delle opportunità che vengono loro attribuite dalla legge.
Se la questione viene posta direttamente dando la parola ai giovani, essi l'apparentano immediatamente alla possibilità di ottenere la patente alla stessa età. Curioso fatto, questo, che indica come anche il diritto di voto sia in fondo una “conquista” cui forse molti ragazzi ambiscono.
Leggendo alcune discussioni su forum giovanili, a partire da Studenti.it, le opinioni risultano in deciso contrasto: da un lato si pongono coloro che ritengono il diritto di voto come una possibilità di esprimersi e di decidere da chi essere rappresentati, ritenendo quindi anche i ragazzi di questa età abbastanza maturi da prendere questo tipo di decisioni in autonomia. Altri invece pensano sia del tutto irresponsabile, e che i giovani non abbiano né la cultura né un adeguato senso di responsabilità nei confronti dell'acquisizione di un simile diritto-dovere.
Anche qui, nel nostro paese,vi sono alcune amministrazioni (ad esempio la regione Toscana) che scommettono sulla partecipazione attiva di questa fascia di giovani, con la proposta di ammetterli al voto per la elezione dei Consigli di Circoscrizione (gli organi più direttamente a contatto con il territorio e le sue esigenze, e che costituiscono la cerniera che collega cittadini e amministrazioni locali) che sono parte delle amministrative, mentre altre hanno già alle spalle anni di esperienza di Consigli di Circoscrizione dei Ragazzi (i cosiddetti CCR).
Viste le istanze provenienti dai giovani di una possibilità di espressione in sedi adeguate della loro rappresentanza, qualcosa si sta muovendo. Non più solo con le storiche associazioni giovanili che fanno riferimento ai grandi partiti e movimenti, ma anche in seno alle istituzioni.
Il diritto di voto è l'espressione fondamentale della democrazia partecipativa e rappresentativa, legittima gli eletti nel loro lavoro di governo e di opposizione, ed è anche un dovere in quanto ogni cittadino è chiamato ad esprimere la sua volontà, compiendo la responsabilità civica di concorrere alla scelta dei propri rappresentanti. Ecco perchè il voto ha un ruolo così centrale: ci pronunciamo in prima persona, in modo libero e segreto, individuale e tutelato, non lasciando che gli altri decidano anche per noi.
Dunque può essere sostenuta con interesse e discussa tra i ragazzi questa opportunità. A partire dalle istituzioni più semplici (e nelle quali è più diretto il rapporto con le amministrazioni), per costruire una società sempre più a misura di tutti.
I giovani devono farsi sentire, partecipare attivamente alla vita democratica, perchè custodi di un tesoro prezioso: speranza e fiducia nel futuro.